Progetto scuole
Il progetto scuole si pone l’obiettivo di migliorare l’ascolto, e quindi l’apprendimento scolastico, non solo dei sordi, ma anche degli udenti. Tutto questo attraverso l’uso di tecnologie per soggetti con problemi uditivi, che vengono usate per migliorare l’ascolto di tutti, e una ricerca epidemiologica sulla sordità nelle scuole italiane.
In particolare, lo scopo della ricerca epidemiologica è stato quello di verificare l’incidenza della sordità nelle scuole dell’obbligo italiane, evidenziando il rapporto tra gli studenti sordi che comunicano utilizzando il linguaggio orale e quelli che utilizzano i segni (LIS).
A tal fine abbiamo richiesto il supporto degli uffici scolastici provinciali e, dove non sia pervenuta una risposta, ci siamo rivolti direttamente agli istituti scolastici.
In questo modo abbiamo ottenuto i dati per provincia e ordine di scuola (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado) in forma completamente anonima.
La collaborazione con gli uffici scolastici ed istituti è stata generalmente buona, anche se va evidenziato che non tutti gli enti contattati hanno risposto. In qualche caso, quindi, abbiamo dovuto provvedere a stime, incrociando e ponderando i dati disponibili nelle zone interessate. L’indagine epidemiologica, infatti, ha coinvolto tutte le regioni italiane. I risultati sono stati raccolti per le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Veneto. Non appena i dati delle altre regioni saranno disponibili integreremo nella ricerca gli ulteriori risultati.
Il consolidamento dei dati ci ha permesso di arrivare ai seguenti risultati:
- la frequenza degli alunni sordi sul totale degli studenti va dal 0,04% al 0,06%. Questo indica che su ogni 10.000 studenti, ci sono da 4 a 6 alunni sordi. In media quindi è presente 1 alunno sordo ogni 2000 studenti.
- la frequenza degli alunni che usano i gesti per comunicare sul totale degli studenti è del 0,004%. Questo indica che su ogni 100.000 studenti, ci sono 4 alunni che usano i segni per comunicare. In media quindi è presente 1 studente segnante ogni 25.000 studenti.
- Quindi il 94% degli alunni sordi non utilizza i segni, ma il linguaggio per comunicare.
Questo vuol dire che la stragrande maggioranza dei bambini sordi in Italia riesce a comunicare utilizzando il linguaggio orale e a seguire il programma scolastico normalmente svolto nei vari istituti.
Risulta evidente che gli alunni sordi che utilizzano il linguaggio verbale, che sono quasi la totalità, sono integrati nelle attività scolastiche e riescono a relazionarsi con i coetanei in maniera autonoma.
Non si può dire lo stesso nel caso di chi utilizza la LIS: l’esigua minoranza di studenti sordi che usano i segni per comunicare non può integrarsi con tutti gli altri studenti (siano essi i normo-udenti e chi è nato sordo e comunica come un normo-udente) in quanto sarebbe necessario la conoscenza dei gesti da parte della totalità degli studenti, degli insegnanti e personale scolastico.
In alcune fasi del ciclo scolastico è prevista la figura dell’assistente alla comunicazione. Gli assistenti alla comunicazione vengono normalmente utilizzati nelle classi che hanno alunni sordi, con percentuali che vanno da circa un terzo alla quasi totalità degli studenti sordi, con differenze che dipendono dalla regione di appartenenza.
Abbiamo fin qui analizzato i dati circa gli alunni sordi. Ci permettiamo quindi delle considerazioni di carattere socioeconomico.
Potremmo immaginare di insegnare la LIS a tutti gli studenti, insegnanti e personale scolastico, ma ciò risulterebbe anti-produttivo, in quanto la LIS è utilizzata solo dallo 0,004% degli studenti, mentre il 99,996% non ne ha necessità.
L’utilizzo della LIS inoltre non risolve la disabilità, ma favorisce lo stato di portatore di handicap: usare la LIS vuol dire utilizzare un sistema di comunicazione diverso che, invece di favorire l’inclusione, permette solo il mantenimento della condizione di sordità.
Uno degli scopi della scuola è senz’altro lo sviluppo e l’integrazione degli studenti.
Dal punto di vista economico l’insegnamento della LIS a tutta la popolazione scolastica assorbirebbe risorse (umane ed economiche) che potrebbero essere impiegate per altre materie di interesse generale.
Vogliamo quindi formare tutti gli altri per una “lingua” che usano in pochi? Non è il caso di investire sui pochi e farli sentire come tutti gli altri?
Abbattiamo la condizione di sordità e diffondiamo la conoscenza.